ITALIAN VERSION. La dittatura dello spettatore
2003 Catalogue en italien de la Biennale de Venise 2003... Disponible en version anglaise sous le titre dreams and conflicts
Catalogue de la 50e Biennale d'Art Contemporain de Venise (Eté 2003)...
Exposition : VENISE 2003
La Biennale di Venezia presenta la 50. Esposizione Internazionale d'Arte diretta da Francesco Bonami.
Sogni e Conflitti; La dittatura dello spettatore.
Dreams and Conflicts; The Dictatorship of the Viewer.
La 50. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia si presenta quest'anno come una "mostra delle mostre" che si svilupperà nei diversi spazi dell'Arsenale, all'interno degli storici Giardini della Biennale, al Museo Correr e altri spazi in città, che come degli Interludes, renderanno ancora più ampia questa edizione, la Cinquantesima, della Biennale d'Arte.
Francesco Bonami ha voluto nel suo progetto valorizzare l'unicità della struttura espositiva della Biennale di Venezia per costruire una grande rassegna internazionale che prenda in considerazione le diversità che compongono la realtà artistica contemporanea e per questo, si comporrà di diversi progetti (come isole di un arcipelago), ognuno con una sua propria identità e autonomia.
La fine del XX secolo
Alla 49ma Biennale Harald Szeemann presentava simbolicamente il lavoro di Beuys "la fine del XX secolo", con questa opera il ciclo delle grandi mostre iniziate negli anni Sessanta poteva considerarsi concluso. La visione unica, onnipresente del curatore prende atto di una trasformazione e dell' infinita frammentazione nel campo visivo e dell'arte contemporanea.
Una realtà realmente o forzatamente "globale" non può essere più ricondotta alla prospettiva centrale del curatore/autore che ha segnato il metodo delle grandi mostre degli ultimi trenta anni.
La 50. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia parte da questa considerazione e riflette su come l'idea di "grande mostra" possa realmente proporre la diversità in atto nell'arte contemporanea, attraverso la molteplicità dei linguaggi e la innegabile autonomia di nuovi contesti, geografici, politici e culturali.